Diritto Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 10769 - pubb. 09/07/2014

Vizi dell’opera per errori di progettazione e responsabilità solidale di appaltatore e direttore dei lavori

Tribunale Reggio Emilia, 27 Giugno 2014. Est. Morlini.


Appalto – Vizi dell’opera per errori di progettazione – Responsabilità solidale di appaltatore e direttore lavori – Sussiste – Limiti e condizioni



Nel caso di vizi dell’opera derivanti da una carente progettazione, l’appaltatore risponde, in solido col progettista, sia nel caso in cui si sia accorto degli errori e non li abbia tempestivamente denunciati, sia nel caso in cui, pur non essendosi accorto degli errori, lo avrebbe potuto fare con l’uso della normale diligenza; conseguentemente, l’appaltatore è esentato da responsabilità solo ove dimostri che gli errori non potevano essere riconosciuti con l’ordinaria diligenza richiesta all’appaltatore stesso, ovvero nel caso in cui, pur essendo gli errori stati prospettati e denunciati al committente, questi ha però imposto l’esecuzione del progetto, posto che in tale eccezionale caso l’appaltatore ha agito come nudus minister, a rischio del committente e con degradazione del rapporto di appalto a mero lavoro subordinato. (Gianluigi Morlini) (riproduzione riservata)

Il direttore dei lavori risponde nei confronti del committente non solo nel caso in cui i vizi dell’opera derivino dal mancato rispetto del progetto, posto che tra gli obblighi del direttore stesso vi è quello di riscontrare la progressiva conformità dell’opera al progetto; ma risponde anche, in solido con progettista e appaltatore, anche nel caso i vizi derivino da carenze progettuali, posto che è suo obbligo quello di controllare che le modalità dell’esecuzione dell’opera siano in linea non solo con il progetto, ma anche con le regole della tecnica, fino al punto di provvedere alla correzione di eventuali carenze progettuali. (Gianluigi Morlini) (riproduzione riservata)

L’impegno dell’appaltatore di provvedere all’eliminazione dei vizi dell’opera, che può anche essere assunto tramite comportamenti concludenti, implica il riconoscimento unilaterale dell’esistenza dei vizi stessi, e dà vita ad un’obbligazione nuova rispetto a quella ordinaria, svincolata dai termini di decadenza e di prescrizione di cui all’art. 1667 c.c. e soggetta invece all’originaria prescrizione decennale. (Gianluigi Morlini) (riproduzione riservata)


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