Diritto e Procedura Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 17401 - pubb. 06/06/2017

Se la madre rifiuta il test del DNA alla figlia e costringe il padre a recarsi dal giudice, la madre paga al padre una somma per la lite temeraria

Tribunale Milano, 10 Maggio 2017. Est. Rosa Muscio.


Procedimento civile – Azione ex art. 263 c.c. Impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità – Cessazione della materia del contendere

Procedimento civile – Azione ex art. 263 c.c. Impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità – Domanda relativa all'esercizio della responsabilità genitoriale – Inammissibile

Procedimento civile – Azione ex art. 263 c.c. Impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità – Domanda relativa alla relazione della minore con i nonni – Inammissibile – Competenza del Tribunale dei Minorenni – Sussiste

Procedimento civile – Azione ex art. 263 c.c. Impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità – Domanda di risarcimento del danno – Mancanza di allegazione di fatti – Mancanza di prove – Rigetto

Procedimento civile – Azione ex art. 263 c.c. Impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità – Necessità di nomina di un curatore speciale del minore – Sussiste

Procedimento civile – Spese giudiziali in materia civile – Rigetto domande – Comportamento processuale – Rifiuto proposta di conciliazione del giudice – Condanna alle spese di giudizio ex art. 92 c.p.c.

Procedimento civile – Spese giudiziali in materia civile – Lite temeraria – Sussistenza di colpa grave nella difesa di merito – Condanna ex art. 96 co. 3 c.p.c.

Procedimento civile – Spese giudiziali in materia civile – Lite temeraria – Condanna ex art. 96 co. 3 c.p.c. – Funzione sanzionatoria



Attese le emergenze acquisite al processo e considerate le conclusioni rassegnate dalle parti non può il Collegio che dare atto della intervenuta cessazione della materia del contendere in relazione all’azione ex art. 263 c.c. ab origine proposta dagli attori (padre e nonni paterni) che hanno preso atto dell’accertamento tecnico che le parti hanno fatto concordemente eseguire e da cui risulta che XX2 è figlia di XY. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

Deve dichiararsi inammissibile nel presente giudizio la domanda svolta dalla madre in relazione all’esercizio della responsabilità genitoriale paterna. Tale domanda è estranea al presente giudizio, come la difesa della madre non poteva non sapere e come evidenziato alla stessa dal Giudice Istruttore da ultimo all’udienza di precisazione delle conclusioni.  E' la stessa madre che dà atto di avere proposto ricorso ex artt. 316 c.c. e 337quater c.c. per ottenere l’affido esclusivo della figlia. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

Deve dichiararsi inammissibile nel presente giudizio la domanda svolta dalla madre con riguardo alla relazione della minore con i nonni paterni. Tale domanda è estranea al presente giudizio, come la difesa della madre non poteva non sapere e come evidenziato alla stessa dal Giudice Istruttore da ultimo all’udienza di precisazione delle conclusioni.  E' dato normativo incontestato che la competenza spetta ex art. 317bis c.c. al Tribunale per i Minorenni. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

Deve respingersi la domanda di risarcimento del danno avanzata dalla madre, formulata nelle conclusioni del proprio atto di costituzione, ma sfornita di qualunque supporto tanto in punto di allegazioni di specifici fatti e comportamenti causativi di danno per la minore e la stessa quanto in punto di prove offerte. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

Il giudice condivide il principio di recente affermato dalla Suprema Corte in merito alla necessità di nominare il curatore speciale del minore anche per i giudizi ex art. 263 c.c. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

Le spese di lite devono essere poste a carico della madre, attesa la soccombenza rispetto alle domande dalla stessa proposte e considerato il comportamento processuale assunto specie a fronte della chiara proposta di conciliazione ex art. 185bis c.p.c formulata dal Giudice Istruttore. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

Il comportamento processuale complessivo della madre si connota in termini di colpa grave, considerato, in primo luogo, che ha reso necessario il ricorso all’Autorità Giudiziaria da parte degli attori (padre e nonni paterni) che pure hanno provato di avere chiesto alla stessa di procedere in via stragiudiziale all’accertamento del DNA. Né possono valere le allegazioni difensive della madre circa il suo personale convincimento che XY fosse il padre della bambina. Il profilo di resistenza colposa in giudizio della madre è ancor più evidente poi in relazione al comportamento processuale assunto all’esito dell’accertamento eseguito su accordo delle parti in via stragiudiziale in apertura di giudizio che è, invece, proseguito del tutto inutilmente per il comportamento della madre, attesa la verbalizzata disponibilità degli attori di rinunciare agli atti cui la madre non ha voluto aderire e considerate le domande pacificamente inammissibili che la stessa ha coltivato, neppure valutando in limine litis la proposta ex art. 185bis c.p.c. formulata dal Giudice Istruttore. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)

L’art. 96 comma 3 c.p.c. risponde ad una funzione sanzionatoria delle condotte di quanti, abusando del proprio diritto di azione e di difesa, si servano dello strumento processuale a fini dilatori o del tutto strumentali, contribuendo così ad aggravare il volume del contenzioso e, conseguentemente, ad ostacolare la ragionevole durata dei processi pendenti. (Luigi Cardillo) (riproduzione riservata)


Segnalazione degli Avv.ti Elena Fratelli e Luigi Cardillo del Foro di Milano


Il testo integrale


 


Testo Integrale