CrisiImpresa


Il Caso.it, Sez. Articoli e Saggi - Data pubblicazione 09/01/2024 Scarica PDF

Le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati in Lombardia nell'anno 2023

Alberto Valcarenghi, Dottore Commercialista in Crema


Nell’anno 2023 i Tribunali hanno dichiarato gli ultimi Fallimenti in base alla legge fallimentare e le Liquidazioni Giudiziali in base al codice della crisi d’impresa.

Nei prossimi anni i Tribunali potranno dichiarare fallimenti solo nel caso di mancata esecutività di Concordati Preventivi aperti in base alla legge fallimentare.

Il codice delle crisi d’impresa è entrato in vigore il 15 luglio 2022 e nei primi mesi (complice anche il mese di agosto con la sospensione feriale dei termini) la nuova normativa aveva trovato un’applicazione un po’ “rallentata”.

Nel corso dell’anno 2022, le liquidazioni giudiziali dichiarate non erano state elevate ed i Tribunali avevano dichiarato soprattutto fallimenti. In Lombardia nel 2022 erano stati dichiarati 1170 fallimenti e 246 liquidazioni giudiziali; in percentuale, i fallimenti erano stati pari all’82,63% mentre le liquidazioni giudiziali erano state pari al 17,37%.  

Il 2023 è stato quindi il primo “anno intero” di piena applicazione del codice della crisi d’impresa.

Prima di partire con i numeri delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti, è opportuno fornire alcuni dati della Regione Lombardia.

La Lombardia ha una popolazione di 9,9 milioni di abitanti e risulta la Regione più popolosa d’Italia e la terza più popolosa dell’Unione Europea, dopo l’Ile de France e la Renania settentrionale Vestfalia in Germania.  Nel 1861 è stato effettuato il primo censimento e gli abitanti della Lombardia erano 3,1 milioni, nel 1921 5,1 milioni, nel 1951 6,6 milioni, nel 1971 8,5 milioni e nel 1991 8,9 milioni.

La popolazione oggi è composta per il 51,5% da donne e per il 48,5% da uomini. Gli stranieri sono 1,25 milioni, pari al 12% circa della popolazione totale.

La città di Milano ha 1,4 milioni di abitanti, mentre l’area milanese comprensiva delle città satellite evidenzia 3,1 milioni di abitanti.

La superficie della regione è di 24 mila km quadrati e la densità di popolazione è di 423 abitanti per km quadrato.

L’età media è di 48 anni, gli ultra novantenni sono 150 mila circa e nella fascia d’età 75-89 troviamo oltre 1 milione e cento cittadini. Il PIL della Lombardia è pari al 22% circa del PIL nazionale e per entità è superiore al PIL di alcuni stati dell’Unione Europea.

La divisione NUTS 2 evidenzia la nomenclatura comune delle unità territoriali statistiche della Comunità Europea e da tale analisi si evidenziava che il PIL della Lombardia nel 2020 era il secondo più alto d’Europa dietro all’Ile de France. 

La ricchezza di un territorio dipende anche dalle vie di comunicazione presenti, in quanto strutture efficienti permettono di migliorare l’attività industriale, commerciale e turistica.

In relazione alle infrastrutture stradali, in Lombardia ci sono 720 Km di autostrade, pari a circa il 10% del totale nazionale, oltre 11 mila Km di strade provinciali e circa 1000 Km di strade statali. Il trasporto ferroviario evidenzia una rete che copre oltre 2000 Km, circa il 10% di quella italiana.

Esistono tre indicatori della Rete Ferroviaria nazionale (RFI).

Il primo è l’indice di densità della RFI rispetto alla popolazione: in Lombardia, ed è pari a 174 km per milione di abitanti, il dato più basso delle venti regioni.

Il secondo indicatore concerne la superficie territoriale lombarda rispetto all’area servita dalla rete ferroviaria, ed e pari a 73 km per 1000 km quadrati; la Lombardia non solo si classifica dopo Liguria, Campania e Piemonte, ma è in una delle posizioni più basse nel confronto europeo (rispetto a città come Berlino, o Parigi). Il terzo indicatore evidenzia il grado di utilizzo della rete RFI per i servizi di Trasporto Pubblico Locale (TPL) ed è pari a 13.076 treni*kmTPL/km binario, collocando la Lombardia come prima regione italiana.

Il turismo in Lombardia e a Milano ha evidenziato dei numeri molto positivi in relazione al primo semestre 2023.

Quest'anno, da gennaio a giugno, il numero di turisti in arrivo nel capoluogo lombardo ha superato ogni mese i livelli del periodo pre-Covid.

Complessivamente nei primi sei mesi del 2023 sono stati registrati 4.060.981 di arrivi in città e oltre 5,5 milioni nell'area urbana.

Un numero di presenze superiore al 2019, anno d'oro del turismo milanese, è stato rilevato anche mese per mese, con maggio 2023 miglior mese di sempre per presenze sia in città (790.281, +22% sul 2019) sia nell'area urbana (1.096.475, +15%). Il mese di Giugno 2023 ha chiuso con 752.695 arrivi in città (+18% sul 2019) e 1.034.638 nell'area urbana (+11%).

In base ai dati del Registro delle Imprese al 30 settembre 2023, le imprese attive in Lombardia erano 820 mila circa con un totale addetti pari a 4,5 milioni, mentre a livello nazionale le imprese attive erano 5,1 milioni con 18,3 milioni di addetti.

Vengono di seguito riportate due tabelle. La prima evidenzia, con riferimento ai singoli Tribunali, distintamente i fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarate nell’anno 2023 in Lombardia, mentre la seconda riporta una tabella riepilogativa, con riferimento ai singoli Tribunali, con la somma dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati in Lombardia nell’anno 2023, confrontati con i dati dell’anno 2022. Tutte le informazioni sono state reperite dal Portale dei Creditori FALLCO – Zucchetti Software Giuridico. Nel presente elaborato con il termine procedure si intendono i fallimenti e le liquidazioni giudiziali.


Tabella 1

 

Vengono di seguito indicate alcune prime considerazioni suscettibili di ulteriori e successivi approfondimenti.

I fallimenti dichiarati sono stati 30, pari al 2% del totale, mentre le liquidazioni giudiziali sono state 1482, pari al 98% del totale, mentre le procedure totali sono state 1512.

Il Tribunale di Milano ha dichiarato 12 fallimenti, pari al 40% del totale dei 30 fallimenti dichiarati nella Regione ed ha dichiarato 618 liquidazioni giudiziali, pari al 41,67% del totale delle 1482 liquidazioni totali dichiarate.

Il totale delle procedure dichiarate dal Tribunale di Milano è stato 630, pari al 41,67% del totale delle procedure dichiarate. Inoltre, gli altri Tribunali che hanno evidenziato procedure superiori alle 100 unità sono stati: il Tribunale di Brescia, il Tribunale di Bergamo ed il Tribunale di Monza.


Tabella 2

 

I fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarati nella regione Lombardia, nell’anno 2023, sono stati 1512, rispetto ai 1416 dichiarati nell’anno 2022, con un incremento di 96 procedure, pari al +6,78%.

L’aumento percentuale, su base annua, non appare elevato ma necessita di un approfondimento.

Nell’anno 2022 i fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarati in Italia in base ai dati ISTAT erano stati 7182 e quindi le 1416 procedure, dichiarate in Lombardia, rappresentavano il 19,72% del dato nazionale e, di questi, il Tribunale di Milano rappresentava, con 562 procedure, il 7,83% del totale in Italia.

Nell’anno 2021, i fallimenti dichiarati in Italia erano stati 8981 e quindi i 1839 fallimenti, dichiarati in Lombardia, rappresentavano il 20,48% del dato nazionale e, di questi, il Tribunale di Milano rappresentava, con 815 fallimenti, il 9,07% del totale dei fallimenti in Italia.

Nell’anno 2020, i fallimenti dichiarati in Italia erano stati 7594 e quindi i 1653 fallimenti, dichiarati in Lombardia, rappresentavano il 21,77% del dato nazionale e, di questi, il Tribunale di Milano rappresentava, con 660 fallimenti, l’8,59% del totale dei fallimenti in Italia.

Nell’anno 2019, i fallimenti dichiarati in Italia erano stati 11.110 ed i fallimenti dichiarati in Lombardia erano stati 2429, che rappresentavano il 21,86% del dato nazionale e, di questi, il Tribunale di Milano rappresentava, con 1019 fallimenti, il 9,17% del totale dei fallimenti in Italia.

Se prendiamo a riferimento gli ultimi 5 anni (2023, 2022, 2021, 2020 e 2019) si possono evidenziare le seguenti considerazioni.

I fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarati in Lombardia nell’anno 2023, pari a 1.512 procedure, sono superiori all’anno 2022 ma sono inferiori rispetto ai fallimenti dichiarati negli anni 2021, 2020 e 2019 e quindi non solo rispetto ai fallimenti dichiarati nell’anno 2019, prima della pandemia, pari a 2.429, ma anche ai fallimenti dichiarati nell’anno della pandemia 2020, pari a 1.653 fallimenti.

Nell’anno 2022 le procedure avevano evidenziato una diminuzione di 423 procedure pari al 23% ed i fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarati nella regione Lombardia, erano stati 1416, rispetto ai 1839 fallimenti dichiarati nell’anno 2021.

Nell’anno 2021, avevamo assistito ad un aumento del numero dei fallimenti, rispetto all’anno 2020, pari al 18% circa, a livello nazionale (+ 1.387 fallimenti, da 7.594 fallimenti a 8.981 fallimenti) e pari all’11% circa per la Lombardia (+186 fallimenti, da 1.653 fallimenti a 1.839 fallimenti). 

L’elevata diminuzione dei fallimenti, nell’anno 2020, era dovuta ad elementi straordinari quali la pandemia COVID-19 e le misure straordinarie adottate.

Nel corso degli anni, fatta eccezione per l’anno 2021, si era assistito ad una diminuzione delle procedure, che ha raggiunto il livello più basso nell’anno 2022 e quindi partendo dal dato più basso registrato l’aumento evidenziato nell’anno 2023 non sembrerebbe significativo.

I Tribunali fallimentari in Lombardia sono 13 e, nell’anno 2023, n. 6 Tribunali hanno evidenziato un incremento delle procedure (Bergamo, Brescia, Busto Arsizio, Lodi, Milano e Sondrio), mentre gli altri 7 Tribunali (Como, Cremona, Lecco, Mantova, Monza Pavia e Varese) hanno evidenziato una diminuzione delle procedure.

Visto l’andamento non univoco dei diversi Tribunali è opportuno effettuare una verifica più dettagliata analizzando singolarmente il gruppo di Tribunali che hanno evidenziato un incremento ed il gruppo di Tribunali che hanno evidenziato un decremento.

Nella tabella 3 vengono indicati i Tribunali che hanno visto aumentare le procedure e sono ordinati in base al numero più alto degli incrementi evidenziati.

Nella tabella 4 vengono indicati i Tribunali che hanno visto diminuire le procedure e sono ordinati in base al numero più alto dei decrementi evidenziati.


Tabella 3

 

Tabella 4

     

L’aumento di 96 procedure, pari al 6,78% del totale, nasce quindi da un incremento di 186 liquidazioni giudiziali e fallimenti pari al 19,50% e da un decremento di 90 liquidazioni giudiziali pari al 19,48%.

Vengono prima di tutto sinteticamente analizzati i Tribunali che hanno evidenziato un incremento delle procedure (Milano, Brescia, Busto Arsizio, Bergamo, Sondrio e Lodi).

Questi sei Tribunali nell’anno 2022 avevano dichiarato 954 procedure, mentre nell’anno 2023 hanno dichiarato 1140 procedure, con un incremento cumulato di 186 procedure, pari al 19,50%.

Il Tribunale di Milano, con 630 fallimenti e liquidazioni giudiziali dichiarati nell’anno 2023, evidenzia un incremento di 68 procedure, pari al 12% circa.

Il Tribunale di Brescia + 31,8%, il Tribunale di Busto Arsizio + 58,1%, il Tribunale di Bergamo + 8,1%, il Tribunale di Lodi + 37,9% e percentualmente elevatissimo l’incremento delle procedure dichiarate dal Tribunale di Sondrio pari al 240% (da 5 a 17 procedure dichiarate nel 2023).

Vengono ora sinteticamente analizzati i Tribunali che hanno evidenziato un decremento delle procedure (Como, Pavia, Mantova, Varese, Cremona, Monza e Lecco).

Questi sette Tribunali nell’anno 2022 avevano dichiarato 462 procedure, mentre nell’anno 2023 hanno dichiarato 372 procedure, con un decremento cumulato di 90 procedure, pari al 19,48%. I Tribunali di Como e Pavia hanno evidenziato i maggiori decrementi rispetto all’anno precedente.

Il Tribunale di Como, con 47 fallimenti e liquidazioni giudiziali dichiarati nell’anno 2023, evidenzia un decremento di 46 procedure, pari al 49,5% circa.

Il Tribunale di Pavia, con 64 fallimenti e liquidazioni giudiziali dichiarati nell’anno 2023, evidenzia un decremento di 19 procedure, pari al 22,9% circa.

Il Tribunale di Mantova -21,4%, il Tribunale di Varese -20,9%, il Tribunale di Cremona -9,3%, il Tribunale di Monza -1,50% ed il Tribunale di Lecco -4,5%.

A livello cumulato nell’anno 2023, i Tribunali di Milano, Brescia, Bergamo e Monza hanno dichiarato complessivamente 1119 procedure, pari al 74% circa delle 1512 dichiarate in Lombardia.

Numerose norme di natura straordinaria che hanno “frenato” i fallimenti nell’anno 2020 sono state, in parte, applicate anche negli anni successivi. Quindi il numero di procedure fallimentari è stato influenzato da tali provvedimenti ed un certo numero di fallimenti e liquidazioni giudiziali dichiarati nel 2023 potrebbero essere relativi a crisi sorte negli anni precedenti. Nel triennio 2021-2022-2023 si è evidenziata una ripresa delle attività produttive e quindi alcune aziende hanno superato la situazione di crisi, grazie anche alle norme di natura straordinaria introdotte dal Parlamento, dal Governo e dalle Regioni.

E’ opportuno, a questo punto, analizzare una tabella che evidenzia la differenza tra i Fallimenti e le Liquidazioni Giudiziali dichiarate nell’anno 2023 ed i fallimenti dichiarati nell’anno 2019, prima della pandemia COVID- 19 ed una tabella che sintetizza i fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarate negli ultimi 4 anni confrontati con i fallimenti dichiarati nell’anno 2019.


Tabella 5

 

Questi dati evidenziano che le procedure dichiarate nel 2023 sono inferiori, rispetto all’anno 2019, di 917 unità, pari al 38%.

In base ai dati esaminati 12 Tribunali hanno evidenziato un decremento ed un solo Tribunale ha evidenziato un incremento.

Il Tribunale di Milano evidenzia un decremento di 389 procedure pari al 38%, il Tribunale di Monza evidenzia un decremento di 99 procedure pari al 42%, il Tribunale di Bergamo evidenzia un decremento di 98 procedure pari al 38%.

Solo il Tribunale di Sondrio evidenzia un incremento delle procedure pari a 9 unità, con una percentuale del 113%.

In sintesi, nel 2023 le procedure sono più elevate rispetto al 2022, ma sono ancora molto inferiori all’anno 2019.

Viene ora evidenziata una tabella riepilogativa delle procedure dichiarate negli ultimi quattro anni dai Tribunali della Lombardia (per gli anni 2020 e 2021 solo fallimenti, per gli anni 2022 e 2023 fallimenti e liquidazioni giudiziali).


Tabella 6

 

Questa tabella riepiloga il numero di fallimenti e liquidazioni giudiziali dichiarate negli ultimi 4 anni con il totale del quadriennio e la media annua.

La media annua dei 4 annui è pari a 1605 procedure, che risulta superiore al numero di procedure dichiarate nell’anno 2023, pari a 1512.

Nel 2023 quindi sono stati dichiarati, in Lombardia, meno fallimenti e liquidazioni giudiziali rispetto agli anni 2021, 2020 e 2019.

Le norme agevolative di natura straordinaria, in qualche caso, hanno permesso alle società di superare la situazione di crisi ma, in altri casi, probabilmente i benefici ottenuti hanno solo “congelato” la situazione.

Rispetto ai 2429 fallimenti dichiarati nell’anno 2019, nell’anno 2020, i fallimenti erano stati 1653, con un decremento di 776 procedure; il decremento dei fallimenti dell’anno 2021, rispetto al 2019, era pari a 590 unità ed infine il decremento delle procedure dell’anno 2022, rispetto al 2019, è stato pari a 1013 unità.

La somma dei decrementi dei fallimenti dichiarati in Lombardia, nel quadriennio, è pari a 3356 fallimenti e liquidazioni giudiziali (776+590+1013+917).

In base ai dati sopra riportati, e alle considerazioni positive della Banca d’Italia, si evidenzia che le situazioni economiche nell’ultimo triennio considerato risultinomigliori rispetto al 2019, prima della pandemia.

Le misure straordinarie introdotte per le società di capitali hanno previsto il rinvio della copertura delle perdite realizzate negli anni 2020, 2021, 2022 e 2023 al quinto esercizio successivo, sospendendo quindi le cause di scioglimento delle società per riduzione o perdita del capitale sociale. La norma sopra indicata, per alcune di queste società, potrebbe aver spostato in avanti di cinque anni il manifestarsi di insolvenze e quindi le liquidazioni giudiziali potrebbero essere dichiarate negli anni 2025, 2026, 2027 e 2028.

La composizione negoziata, nel 2024, potrebbe evidenziare ulteriori adesioni con numeri in crescita e, per qualche azienda, rappresentare un’opportunità di superare la crisi, evitando la liquidazione giudiziale.

In data 21 novembre 2023 la Banca d’Italia ha pubblicato nella collana Economie Regionali n. 25 l’aggiornamento congiunturale della Regione Lombardia che in sintesi viene di seguito evidenziato.

Nel 2023 l'economia nella regione ha rallentato, risentendo soprattutto del ristagno della produzione industriale. Le stime basate sull'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia indicano per il primo semestre un aumento del prodotto dell'1,3% (3,1% nel 2022); la crescita acquisita nell'anno sarebbe dello 0,6% (0,7% a livello nazionale). L'indicatore Regiocoin-Lombardia, che aveva anticipato l'indebolimento della congiuntura già nella seconda metà del 2022, si è stabilizzato.

L'inflazione al consumo è progressivamente diminuita, pur rimanendo elevata: l'incremento dell'indice dei prezzi per l'intera collettività lombarda è sceso a settembre al 5,3%, dall'11,0% di dicembre 2022. La decelerazione è stata determinata principalmente dal calo delle quotazioni internazionali dei beni energetici, che ha frenato la dinamica dei prezzi dei servizi legati all'abitazione e, in misura minore, dal rallentamento dei prezzi dei beni alimentari.

Nell'industria, l'attività ha registrato un forte rallentamento dovuto alla debolezza della domanda, interna ed estera. Secondo l'indagine della Banca d'Italia svolta tra settembre e ottobre 2023, la crescita del fatturato delle imprese nei primi nove mesi dell'anno è stata debole, benché si siano ridimensionate le difficoltà connesse con i costi dell'energia e con i problemi di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi. Le imprese hanno confermato la diminuzione della spesa per investimenti nel 2023, che rimarrebbe stabile nel 2024.

Nel settore delle costruzioni è proseguita la fase espansiva e le previsioni a breve termine rimangono positive. I servizi privati non finanziari hanno continuato a crescere, anche se in misura inferiore ai due anni precedenti. I comparti dell'alloggio e della ristorazione sono stati tra i più dinamici, beneficiando anche di un forte aumento della spesa turistica.

La graduale attenuazione delle difficoltà di approvvigionamento e l'aumento dei prezzi di vendita hanno contribuito a sostenere i profitti delle imprese lombarde. I prestiti al settore produttivo sono in calo da aprile, sia per la minore domanda, sia per politiche di offerta più restrittive.

Nonostante il rallentamento ciclico e il rialzo del costo del credito, i tassi di insolvenza registrati dalle banche sui finanziamenti alle imprese sono rimasti su valori storicamente contenuti.

Le condizioni nel mercato del lavoro si sono mantenute favorevoli. Gli occupati sono cresciuti, soprattutto nelle posizioni a tempo indeterminato, e il tasso di disoccupazione è sceso su valori inferiori a quelli del 2019. Tuttavia, il tasso di partecipazione non ha ancora pienamente recuperato i livelli antecedenti la pandemia. Dalle indagini di Banca d’Italia emergono aumenti nelle retribuzioni orarie di entità contenuta.

I consumi hanno continuato a crescere, ma la loro dinamica ha subito una brusca frenata rispetto al 2022, risentendo degli effetti dell'inflazione sul potere d'acquisto delle famiglie.

L'espansione dei prestiti alle famiglie ha progressivamente rallentato nel primo semestre dell'anno, sino ad arrestarsi nei mesi estivi. La decelerazione ha interessato principalmente i mutui per l'acquisto di abitazioni, in connessione con il   calo delle transazioni immobiliari; la minore domanda di nuovi mutui si è accompagnata a politiche di offerta più prudenti da parte delle banche. Il credito al consumo ha invece continuato a crescere in misura analoga quella registrata nel 2022.

Proseguono le attività connesse con l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la messa a bando di circa il 37 per cento delle risorse che necessitano di una gara di appalto sul territorio lombardo. Complessivamente, gli importi del PNRR e del Piano Nazionale Complementare (PNC) finora assegnati a soggetti pubblici per interventi da realizzare in regione sono pari a circa 13,8 miliardi di euro.

In conclusione, oltre ai dati esaminati, che fotografano i fallimenti e le liquidazioni giudiziali dell’anno 2023 in Lombardia, esistono molte variabili, che avranno effetti sul numero di liquidazioni giudiziali che potrebbero essere dichiarate, nell’anno 2024 e successivi.

I dati disomogenei dei diversi Tribunali della Lombardia fotografano i dati nazionali e quindi in alcuni territori si è assistito a forti incrementi delle procedure mentre in altri territori si sono evidenziati delle forti contrazioni.

In data 28 dicembre 2023, la Banca d’Italia ha pubblicato nella collana “Economie regionali” n° 43 “La domanda e l’offerta di credito a livello territoriale”.

La pubblicazione riporta i risultati dell'indagine Regional bank lending survey, condotta dalle Filiali regionali della Banca d'Italia su un campione di 243 banche e relativa al primo semestre del 2023. Essa fornisce indicazioni sulla domanda di finanziamenti di imprese e famiglie e sulle politiche di offerta adottate dalle banche; l'analisi è disaggregata per area geografica e settore economico. I principali risultati della rilevazione sono riportati di seguito.

-         Nel primo semestre del 2023 si è intensificata la riduzione della domanda di credito delle imprese in   tutte le aree del Paese, con un calo più marcato al Centro. La contrazione ha riguardato tutti i settori nelle varie macroaree, con l’eccezione dei comparti delle costruzioni e della manifattura nel Mezzogiorno per i quali la domanda è rimasta sostanzialmente invariata. Sul calo delle richieste di finanziamenti ha inciso prevalentemente la diminuzione delle esigenze per il sostegno degli investimenti e per la copertura del capitale circolante.

-         Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese si sono irrigidite; vi hanno inciso la maggiore percezione del rischio da parte degli intermediari e l’incremento dei costi della provvista.

-         Nel primo semestre del 2023 la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni si è ulteriormente indebolita, soprattutto al Centro; le richieste di crediti per finalità di consumo sono invece tornate ad aumentare.

-         I criteri di offerta dei prestiti alle famiglie si sono irrigiditi in tutte le aree del Paese. Per i mutui per l’acquisto di abitazioni sono peggiorate le condizioni applicate in termini di loan-to-value ratio, scoring minimo per l’accesso al credito ed entità delle garanzie a sostegno dei prestiti.

-         Nella prima parte del 2023 ha continuato a crescere la domanda di titoli di Stato da parte dei risparmiatori; l’aumento dei rendimenti obbligazionari offerti dagli intermediari e la ripresa delle quotazioni azionarie hanno sospinto le richieste di tali strumenti finanziari e dei prodotti del risparmio gestito.

L’andamento del sistema creditizio è molto interessante ed è indicativo per i periodi successivi in quanto le decisioni assunte oggi comportano degli effetti economici e finanziari nel futuro.

Si attende, nel 2024, un peggioramento della qualità del credito ma il sistema bancario appare in grado di fronteggiare tale criticità anche per gli ottimi risultati economici realizzati nell’anno 2023.

La crescita del PIL nel 2021, nel 2022 e nel 2023 è dovuta anche agli aiuti straordinari statali che hanno avuto effetti macroeconomici positivi sull’economia Lombarda e Nazionale.

I dati economici italiani e lombardi appaiono attualmente migliori rispetto ad altri paesi stranieri. Si ipotizza per il 2024 una crescita del PIL pari allo 0,7% un’inflazione del 2,5% ed una diminuzione dei tassi di interesse.

Concludo con due frasi, che meritano una riflessione.

La prima riguarda l’inflazione ed è di Margaret Thatcher.

In pochi sanno che il nome con cui ancora oggi la Thatcher è nota è “Iron Lady”. Le era stato dato dal giornale russo “La Stella Rossa”, quotidiano del Ministero della difesa Russo, che aveva criticato con “vigore” un intervento nel 1976 in cui la Thatcher (all’epoca poco conosciuta) accusava Mosca di voler conquistare il mondo.

Margaret Thatcher la “Lady di ferro” diceva che “L'inflazione distrugge nazioni e società esattamente come un esercito invasore ed è il ladro occulto di coloro che hanno risparmiato”. 

L’inflazione nell’anno 2024 è attesa in calo e quindi un contenimento dell’aumento dei prezzi potrebbe portare dei benefici alle imprese, alle famiglie e ai risparmiatori.

La seconda frase riguarda la necessità di curare tutti i particolari anche quelli che possono sembrare marginali ed è una simpatica e antica filastrocca inglese.

“Per la mancanza di un chiodo si perse lo zoccolo.

Per la mancanza di uno zoccolo si perse il cavallo.

Per la mancanza di un cavallo si perse il cavalliere.

Per la mancanza di un cavalliere si perse la battaglia.

Per la mancata vittoria della battaglia si perse il regno.

E tutto per la mancanza di un chiodo per ferrare un cavallo!”

Gli adeguati assetti organizzativi amministrativi e contabili ai sensi del secondo comma dell’articolo 2086 c.c. devono essere sempre più utilizzati per poter verificare nel dettaglio tutte le variabili aziendali in quanto anche un elemento marginale se sottovalutato può generare degli effetti fortemente negativi.

 


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